Oggi vi parlo di una chiesa molto importante, la Basilica di San Giovanni in Laterano, la prima delle quattro basiliche papali maggiori di Roma (le altre sono San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore, di cui vi ho già parlato, ricordate? La quarta, invece, è San Pietro, di cui saprete di più nei prossimi appuntamenti). San Giovanni in Laterano, come se non bastasse, è anche la chiesa più antica e importante dell’occidente.

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Situata sul Colle Celio, in una posizione di rilievo in cui spicca sugli altri edifici adiacenti, la Basilica di San Giovanni ha subito nel tempo numerose trasformazioni che possono essere riassunte in quattro fasi.2

La prima, di età paleocristiana, vede la costruzione di una basilica caratterizzata da grandi dimensioni: era nota per il suo splendore e per la sua importanza, tanto che veniva chiamata con il nome di Basilica Aurea. L’impianto della chiesa fin dagli inizi presentava una forma oblunga ed era strutturata a cinque navate le quali terminavano con un transetto. Verso la fine dell’890 la chiesa fu colpita da un terribile terremoto che la distrusse parzialmente.

La seconda fase che risale al periodo altomedievale riguarda la ricostruzione della Basilica che venne inaugurata agli inizi del X secolo. La chiesa venne ricostruita con la stessa impostazione della precedente. Venne aggiunta, però, una torre campanaria e venne adornata la tribuna con dei mosaici. Tra il 1290 ed il 1300 Giotto lavorò sui cicli decorativi della Basilica.3

La terza fase, quella bassomedievale, è quella più buia per San Giovanni in Laterano perché, con il trasferimento della sede pontificia da Roma ad Avignone, la chiesa venne abbandonata a se stessa, fra saccheggiamenti da parte delle truppe napoletane e incendi.7

Arriviamo, quindi, alla quarta ed ultima fase, quella barocca in cui Papa Innocenzo X decise la radicale riedificazione della Basilica affidando il progetto a Borromini. Quest’ultimo fu molto vincolato dalle preesistenze e soprattutto dal pavimento cosmatesco e dal soffitto ligneo in stile manierista. Il risultato, tuttavia, fu un capolavoro: l’uso estroso delle fonti luminose, con delle camere di luce, che permetteva un’illuminazione diffusa degli spazi architettonici. L’architetto decise di unire le colonne dell’antica basilica in nuovi pilastri a due a due, alternando il ritmo “chiuso-aperto” con nicchie e archi. Le nicchie borrominiane rimasero vuote per molti anni, fino a quando nel 1702 Papa Clemente XI decise di mettere all’interno delle dodici nicchie le stature dei dodici apostoli.

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Curiosità: vi siete mai chiesti cosa significa o da cosa proviene l’espressione “in Laterano”? Bene, la Basilica si chiama così perché sorge nella zona che nell’antichità ospitava gli Horti Laterani, un antico possedimento della famiglia dei Laterani che venne confiscato e entrò a far parte della proprietà imperiale di Nerone. Successivamente l’imperatore Costantino avrebbe donato gli antichi terrenti dei Laterani al Vescovo di Roma in segno di gratitudine a Dio, sui quali sarebbe sorta la Basilica di San Giovanni in Laterano.

Come arrivarci: comodamente con la Metro A, c’è la fermata “San Giovanni” che ti lascia in prossimità della Basilica.1